Le soft skills più strategiche per identificare i talenti.

Le soft skills più strategiche per identificare i talenti.
Intervista apr 08, 2025 4 minuti
  • Sviluppo dei talenti
  • Recruiting
PerformanSe Italia per Chiara Re Fraschini

Quattro chiacchiere con Chiara Re Fraschini, HR Partner presso Università Bocconi. 

Parliamo di soft skill, Generazione Z e strumenti per la selezione predittiva.

Chiara, entri in Bocconi attraverso il Career Service dell'Università, dove lavori qualche anno guidando gli studenti verso il mercato del lavoro. Come hai sviluppato il tuo interesse per il mondo HR? Come è nato?

Il mio interesse per il mondo HR è nato proprio durante la mia esperienza al Career Services. Accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita professionale, supportandoli nella costruzione di un percorso di carriera e nell’ingresso nel mondo del lavoro, mi ha fatto appassionare al ruolo strategico che le Risorse Umane svolgono nelle organizzazioni.

Nella mia esperienza in Bocconi ho avuto poi l'opportunità di interfacciarmi non solo con studenti e neolaureati, ma anche con employer, che dovevano sostenere altre sfide e difficoltà: cercare i giusti talenti e inserirli nella posizione corretta. E da qui è nata la mia curiosità per quello che è il match tra i talenti e le necessità dell’azienda. Ho visto quanto sia cruciale l’incontro tra talento e opportunità, e questo mi ha spinta a specializzarmi nel recruiting e nell’employer branding.

Dopo 5 anni nel team Employer Relations & Career Services, ho scelto di cambiare ruolo grazie all'opportunità di andare a ricoprire una posizione più verticalizzata nel mondo HR.

Nel tuo lavoro utilizzi gli strumenti PerformanSe, giusto? Come vengono impiegati nella tua attività, e in che modo li trovi efficaci? Qual è il loro valore aggiunto?

Io li utilizzo in fase di selezione di talenti junior, middle e senior sul mercato esterno. Un team di colleghi li utilizza anche per il talent development, per processi di crescita e di sviluppo di colleghi che sono già all'interno del nostro staff. Per esempio, per coloro che devono assumere delle posizioni di coordinamento, o comunque posizioni diverse rispetto a quelle attuali.

Sono preziosi per valutare le competenze trasversali più rilevanti, e non solo: anche le motivazioni e la possibilità di essere il giusto match con l’azienda, anche nel lungo periodo. Il valore aggiunto di questi strumenti è che offrono un’analisi approfondita delle soft skills, permettendo di andare oltre il semplice curriculum, per comprendere davvero il potenziale di un candidato. Lo ritroviamo sia in Echo, che in Idoneo, che in Manage-R.

Ci aiutano a ottenere un quadro chiaro delle attitudini e delle modalità di lavoro delle persone, facilitando decisioni più consapevoli e mirate, anche in una prospettiva futura, nel lungo termine.

Quindi pensi che questi strumenti diventeranno sempre più centrali nel tuo lavoro? E, in generale, nella gestione delle risorse umane?

A mio avviso sì.

Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e, con esso, anche le competenze richieste. Oltre alle competenze tecniche, le aziende cercano sempre più flessibilità, capacità di adattamento, leadership e intelligenza emotiva. Gli strumenti di PerformanSe permettono di identificare questi aspetti in modo scientifico e strutturato, rendendo il processo di selezione più efficace e predittivo. Inoltre, sono preziosi anche per la crescita e la valorizzazione delle persone all’interno dell’organizzazione.

Anche nello Staff Bocconi, oltre alle competenze tecniche, sono le soft skills, le attitudini, l'approccio, le motivazioni e l'avvicinamento continuo e costante ai nostri valori che fanno la differenza. Avendo molti candidati validi, e a volte molto simili tra loro in termini di background e performance, questo ci aiuta a fare delle scelte più mirate ed efficaci.

Oltre al fatto che nel mondo HR ci sarà un utilizzo sempre maggiore delle tecnologie.

Si parla molto di Generazione Z, di come si approcciano al mercato del lavoro, di come vivono il lavoro. Tu come vedi questi strumenti applicati alla Generazione Z e la loro utilità nel comprendere meglio questa generazione?

La Gen Z è una generazione digitale, abituata a feedback immediati e a esperienze personalizzate. Hanno una prospettiva molto concreta e pratica sul futuro. Strumenti come Echo e Idoneo si integrano perfettamente in questo scenario, offrendo un approccio interattivo e data-driven che parla il loro linguaggio.

Inoltre, questa generazione è molto attenta alla crescita personale e professionale: avere a disposizione strumenti che permettono di capire meglio le proprie attitudini e punti di forza è sicuramente un valore aggiunto.

Come dicevo prima, il report di questi strumenti non è legato solo al momento attuale, è legato proprio alla persona, al suo Essere. Mettendo l'accento su questo, dimostriamo che mettiamo la persona al centro, le sue motivazioni e le sue caratteristiche, cosa che per i Gen Z è molto importante. Riusciamo a dare una prospettiva di sviluppo, di supporto personalizzato, diamo importanza a una visione che non è più solamente tecnica, di background accademico o esperienze lavorative, ma anche più soft.

Secondo te, come si identificano le soft skills più strategiche per riconoscere i talenti?

L’identificazione delle soft skills più rilevanti dipende molto dal contesto e dal ruolo. In generale, si parte dall’analisi dei valori e delle competenze chiave dell’azienda, per poi definire quali capacità trasversali sono determinanti per il successo in una determinata posizione.

Dopo l'identificazione, andiamo a verificare la loro presenza nei profili considerati. Strumenti di assessment avanzati, combinati con un’osservazione attenta durante i colloqui, aiutano a tracciare un profilo accurato del candidato e a capire se il suo mindset e le sue attitudini si sposano con la cultura aziendale. Per esempio, strumenti come Idoneo ci aiutano molto, perché fanno emergere alcuni aspetti che spesso nel colloquio rimangono latenti.

Un’ultima domanda, la più personale. Cosa ti piace del tuo lavoro e come vedi il futuro di questa professione?

Mi piace l’idea di poter creare connessioni tra le persone e le opportunità giuste per loro. È un ruolo che richiede ascolto, empatia e strategia, e che permette di avere un impatto concreto sulla crescita delle persone e delle organizzazioni. Relazionarmi con persone che hanno background molto diversi fra loro, necessità diverse, mi fa vedere le cose da tante prospettive diverse, e questo mi apporta una crescita non solo professionale, ma anche personale.

Per quanto riguarda il futuro del settore, vedo un forte sviluppo delle tecnologie applicate all’HR. Vedo un futuro sempre più digitalizzato, sempre più caratterizzato dall'utilizzo dell'Artificial Intelligence e dagli strumenti di analisi predittiva.

E ci porterà molteplici sfide. Il fattore umano dovrà restare centrale: la tecnologia aiuterà a ottimizzare i processi, ma il valore dell’esperienza e dell’intuito umano rimarrà insostituibile.

Dovremmo essere in grado di utilizzare l'AI nel miglior modo possibile e ri-targettizzare il nostro ruolo sulla base di quelle che saranno le nuove necessità, i nuovi profili richiesti, le nuove skills, e i nuovi tool che avremo a disposizione.

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